Tutto il Kobe è Wagyū ma non tutto il Wagyū è Kobe.

Per un cittadino straniero, la distinzione tra diverse carni giapponesi può essere una vera e propria sfida. In realtà, anche molti cittadini nipponici non hanno una chiara comprensione delle caratteristiche della loro stessa carne e soprattutto delle caratteristiche peculiari che ne contraddistinguono l’identità. Partiamo dal presupposto che per gustare appieno infatti un prelibato trancio di carne alla piastra, non è necessario essere grandi esperti come il nostro Stefano Limuti, tuttavia però comprendere pienamente ciò che ingeriamo sarebbe auspicabile e saggio, anche in fase di ordine o acquisto. Spesso infatti ci si trova a utilizzare l’espressione “tutto il kobe è wagyu e non tutto il wagyu è kobe” proprio per evitare confusione e dare una chiara definizione alla celebre carne giapponese.

Come sempre, cerchiamo di fare chiarezza: se la carne proviene da Kobe (o Matsusaka, Omi, Maezawa e Yonezawa), la qualità è eccezionalmente elevata. D’altro canto invece, se è semplicemente identificata come wagyu (un termine che comprende anche le varietà precedentemente menzionate), potrebbe comunque essere di ottima qualità, ma potrebbe anche essere leggermente inferiore seppur pregiata.

Esistono delle classificazioni univoche per indicare la qualità ed il grado più alto è il famoso A5. La lettera iniziale della classificazione A, B o C, indica la resa in carne ottenuta da ciascun taglio, mentre il numero che va da 1 a 5 rappresenta una media dei giudizi sulla colorazione, la marezzatura, la fermezza della carne e la qualità del grasso proprio come un buon vino.

In parole più semplici, se avete davanti un Wagyu classificato come A5 (il livello più alto), potete stare certi di essere soddisfatti dalla sua eccellente qualità e di gustare un alimento che poche volte nella vita vi capita di mangiare. E voi l’avete mai provato? Chiedetelo in bottega e sapremo come sempre indirizzarvi al meglio. Vi aspettiamo e buon appetito